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30 Aprile 1991: addio Trabant

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Adottare il motore della VW Polo non la salvò.

 Il 30 Aprile 1991, poco più di trent’anni fa, dalle linee della Sachsering a Zwickau, nell’ex-Germania Est, uscì l’ultimo esemplare della Trabant, una station wagon verniciata in un vezzoso colore rosa e destinata a finire nel museo dell’azienda.

Nata come l’auto del popolo tedesco dell’Est (un po’ come la Volkswagen Maggiolino per la Germania nazista), nella DDR era l’unica scelta possibile per chi volesse un’automobile, dal momento che la berlina media Wartburg era ben più costosa e riservata alla cosiddetta “nomenklatura” di quel Paese.

Prodotta a partire dal 1957 – la parola Trabant significa Satellite – aveva un motore a 2 tempi di 500 cc (poi diventati 595 cc) un telaio in acciaio e la carrozzeria in materiale plastico. Nello specifico, per realizzare la carrozzeria veniva utilizzato il Duroplast, un materiale pressato di notevole spessore, contenente lana o cotone impregnato di resine. Inizialmente i modelli prodotti erano tre: berlina, cabriolet e giardinetta. Le prestazioni col motore a 2 tempi erano modeste e l’auto impiegava 29 secondi per raggiungere i 100 km/h con partenza da fermo e la velocità massima era di 112 km/h. Il motore originale produceva inoltre un notevole fumo dallo scarico.

Con il crollo del muro di Berlino le Trabant invasero la Germania Ovest, diventando una sorta di auto-simbolo della ritrovata libertà. Ma il confronto con le ben più moderne auto disponibili anche come usato nell’ex-Germania Ovest divenne un colpo mortale per la produzione della Trabant. Le cose non migliorarono neppure con l’adozione a partire da Maggio 1990 del motore a 4 tempi di 1.043 cc della Volkswagen Polo. Ed il 30 Aprile 1991 fu prodotto l’ultimo esemplare. Da allora la fabbrica di Zwickau produce solo componenti di ricambio per motori a scoppio.

Oggi molte Trabant circolano ancora in Ungheria, Romania, Bulgaria e Moldavia. Una curiosità legata alla storia di questa vettura è il fatto che nel 1990 superò il “test dell’alce” (che invece, come è noto, creò non pochi problemi alla Mercedes-Benz Classe A).

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